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La linea della palma
La linea della palma
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Le retour du prince
Le pouvoir n'est pas dans le conseil municipal de Palerme. Le pouvoir n'est pas dans le Parlement de la République. Le pouvoir est toujours ailleurs. L' Etat pour moi est la Constitution et la Constitution n'existe plus. Leonardo Sciascia Mémoire historique de la justice anti-mafia, Roberto Scarpinato lutte contre le crime organisé sur les traces des juges emblématiques Falcone et Borsellino. Procureur lors du procès Andreotti, il a instruit des procès majeurs concernant les alliances occultes entre la mafia et la classe politique et économique italienne. Il vit sous escorte depuis plus de vingt ans. Ce n'est pas une énième histoire de la mafia mais, plus précisément, une histoire du Pouvoir auquel le juge Roberto Scarpinato est systématiquement confronté dans l'exercice de ses fonctions. Mené par Saverio Lodato, cet entretien inédit offre une lecture originale de l'histoire contemporaine de l'Italie, marquée par la criminalité du pouvoir. Roberto Scarpinato y balaie les clichés où héros de l'Etat et monde de la corruption s'opposent, et nous démontre à quel point ils ne font souvent qu'un. Un regard lucide et impitoyable sur les coulisses de l'Histoire, hors scène où la politique se façonne et les lois sont ployées selon les intérêts.
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Le Retour du Prince
Le Retour du Prince
Quand dirigeants politiques et membres de la mafia trouvent un terrain d'entente... Mémoire historique de la justice anti-mafia, cette haute figure de l’État de droit n’a cessé de donner un sens politique à son travail de magistrat. Son Retour du Prince est une indispensable réflexion civique. Edwy Plenel « Le véritable pouvoir est toujours obscène », affirme Scarpinato dans cet entretien où est rappelé que le mot « obscène » vient du latin ob scenum, soit ce qui opère « hors scène ». Selon Edwy Plenel, en montrant l’obscénité qui surprend, révolte ou indigne, Roberto Scarpinato brise l’omertà qui permet au pouvoir d’échapper à la honte du dévoilement. Après un franc succès populaire en Italie, cet ouvrage est désormais devenu une référence en France. Mémoire historique de la justice anti-mafia, Roberto Scarpinato a instruit des procès majeurs concernant les alliances entre la mafia et la classe politique et économique italienne. Il vit sous protection policière depuis plus de vingt-cinq ans. Un document édifiant qui montre la grande complexité de la lutte anti-mafia. EXTRAIT L’histoire du pouvoir, y compris dans ses déclinaisons criminelles telles que la mafia, la corruption et le terrorisme, pourrait donc se réécrire comme un récit de voyage au royaume de l’imposture, lieu de construction et de perpétuation de fausses croyances utiles au maintien du pouvoir. Une histoire totale dans laquelle se croisent, en interaction, tous les plans de notre vie : de l’ organisation de l’ État, des rapports économiques, des conflits politiques, de la religion, de la culture, de l’éducation, et finalement, des rapports de force publics et privés entre faibles et puissants, sans omettre les versants psycho-sociaux de ces différents niveaux. CE QU'EN PENSE LA CRITIQUE Ce livre de référence est plus qu’un livre sur la Mafia : il est une explication des mécanismes qui régissent le système du pouvoir politique - Eric Valmir, Radio France Roberto Scarpinato opère ici une impitoyable radiographie d’un état gangréné par la corruption - Politis Un livre d’entretien indispensable - Fabrice Arfi, Mediapart À PROPOS DES AUTEURS Roberto Scarpinato est né à Caltanissette (Sicile) en 1952. Il s’engage, en 1989, dans le pool anti-mafia de Palerme et travaille avec Giovanni Falcone et Paolo Borsellino. Au Parquet de Palerme, il dirige les départements Mafia-économie, Mafia de Trapani et Criminalité économique. Saverio Lodato, né à Reggio Emilia en 1951, est journaliste. Il a commencé sa carrière, en 1979, au journal L’Ora. En 1980, il entre au quotidien L’Unità, pour lequel il écrit toujours. Deborah Puccio-Den, anthropologue, est chargée de recherche au CNRS, rattachée au Groupe de Sociologie Politique et Morale (Institut Marcel Mauss, EHESS/ CNRS).
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Il patto sporco e il silenzio
Il patto sporco e il silenzio
«Di Matteo e Lodato hanno scritto il libro con stile leggero e con contenuti forti, ragionati e convincenti, con passione e sobrietà.» Antimafiaduemila.com - Armando Sorrentino «"Il patto sporco". Un libro tutto da leggere.» Antimafiaduemila.com - Giorgio Bongiovanni «"Il patto sporco" non è solo un libro. È un monito perché mostra all’Italia e agli italiani la faccia sporca dello Stato che nessuno ha voglia di raccontare.» Antimafiaduemila.com - Francesco Vitale «Con la figura di Nino Di Matteo, riapprodo finalmente al più sincero significato della parola onore. Onore non può mai essere violenza, bestialità, prevaricazione, ma virtù e l’uomo d’onore non può che combattere con coraggio e a viso aperto per amor di verità, giustizia e bellezza.» Antimafiaduemila.com - Carlotta Natoli «Leggendo quelle pagine, magistralmente messe insieme da Saverio Lodato, si comprende perché Nino Di Matteo sia "perseguitato" non solo dalla mafia, ma anche da pezzi deviati di quello stato (con la s minuscola) che hanno svenduto la propria libertà sull'altare di interessi personali.» TV2000 - Paolo Borrometi «Indispensabile. E illuminante. Sono indubbiamente gli aggettivi più appropriati per descrivere “Il patto sporco”.» Antimafiaduemila.com - Lorenzo Baldo «Ai cittadini è mancato un pezzo di verità. È mancata la conoscenza.Il libro di Lodato e Di Matteo colma questo vuoto di informazione.» Antimafiaduemila.com - Siliva Resta «“Il patto sporco" chiarisce i legami criminali tra politica e Cosa Nostra, allo scopo di assicurare a ognuno dei partecipanti una fetta di potere, una fetta di territorio italiano, una fetta di voti.» MicroMega - Rossella Guadagnini ORA SAPPIAMO, CONTRO L’OPINIONE DI MOLTI “NEGAZIONISTI”, CHE LA TRATTATIVA NON SOLO CI FU MA NON EVITÒ ALTRO SANGUE. LO PROVOCÒ. Nino Di Matteo Dopo l’ultima sentenza del processo sulla Trattativa Stato-mafia è calato il silenzio su una delle vicende più drammatiche e clamo­rose della storia repubblicana. E non pochi sono stati quelli che hanno violentemente attaccato i magistrati che avevano istruito il procedimento, tra i quali Nino Di Matteo, autore di questo libro, ora riproposto in una nuova edizione aggiornata, che intende illu­minare la verità giudiziaria ma anche quella storica di un fatto ormai acclarato, come è scritto distintamente nelle motivazioni della sentenza d’appello. Il patto sporco e il silenzio rappresenta la let­tura più completa di una vicenda che molti vorrebbero fosse rimossa dalla cronaca e dal­la storia del nostro paese. Ma non sarà così. Gli attentati a Lima, Falcone, Borsellino, le bombe a Milano, Firenze, Roma, lo Stato in ginocchio, i suoi uomini migliori sacrifica­ti. Eppure in quello stesso momento, men­tre scorreva il sangue delle stragi, c’era chi, in nome dello Stato, dialogava e interagiva con il nemico. “Fu proprio dopo la senten­za d’appello che, insieme a Nino Di Matteo, avvertimmo la necessità di un’altra edizione di questo libro” scrive Saverio Lodato nella nuova introduzione. “Per tante ragioni. Gli imputati, prima condannati, erano stati assol­ti. Non si poteva far finta di niente. I lettori avevano il diritto di conoscere il prosieguo della storia.” Anche perché, nel frattempo, si è aggiunto il ricorso in Cassazione della pro­cura generale di Palermo.
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Trent'anni di mafia
Trent'anni di mafia
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I nemici della giustizia
I nemici della giustizia
Dopo i recenti, gravi scandali, la fiducia nella magistratura come istituzione è stata fortemente compromessa, tanto da imporre un'ampia riflessione sullo stesso Consiglio superiore della magistratura e sui rapporti di potere. Nino Di Matteo, magistrato protagonista della lotta alla mafia, eletto al CSM nel 2019, rompe il silenzio. Con questo libro, sferra un attacco frontale alle tante degenerazioni del sistema giustizia in Italia analizzando, con parole finalmente chiare, il rapporto tra magistratura e potere e chiedendosi se, e come, sia ancora possibile recuperare la fiducia dei cittadini nella magistratura. In un incalzante dialogo con Saverio Lodato vengono affrontate le questioni più spinose sul tappeto: dalla riforma Cartabia con le sue storture giuridiche ai quesiti referendari; dalla degenerazione del correntismo ai rapporti distorti con la politica; dai pericoli per l'indipendenza della magistratura allo strapotere del partito degli avvocati in Parlamento. Pagine che, una dopo l'altra, esprimono la convinzione che la magistratura può e deve tornare a ispirarsi ai valori fondanti della Costituzione italiana.
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