Il tempo relativo
Manfredonia è uno stato d’animo, un porto sicuro, dove tenere al riparo i propri cari dai rischi della Capitale. Lo sa bene il Comandante del Rio, giovane cultore del mondo antico, appena trasferito da Roma nella sua città natale per una missione speciale: un’inchiesta internazionale inerente al traffico illecito di reperti archeologici; l’occasione di una vita per lui e per la sua famiglia, per la sua carriera già straordinaria nell’Arma e per rimettere in sesto un matrimonio traballante, una moglie sull’orlo di una crisi di nervi, una figlia quattordicenne, Ada, che gioca a fare la snob e poi si lega ad amicizie sbagliate. Il tempo in provincia scorre troppo lentamente e, nonostante i buoni propositi del Comandante, anche quella figliachenondavaproblemi, la ragazza per bene, che conosce la differenza fra il bene e il male, ha un segreto. Ada, costretta a seguire il padre nei continui trasferimenti, sa bene cosa vuol dire sentirsi inadeguati e senza radici e fra molte insicurezze e non poca nostalgia, si fa strada tra nuove amicizie. Quando conosce Mario, la sua vita prende un’altra direzione: quella sbagliata. Nonostante le apparenti divergenze, padre e figlia non saranno mai più così vicini. “Il tempo relativo” di Michela Lauriola è un’analisi profonda dei tempi che corrono, è il vento del mare che arriva al cuore e l’eco delle voci lontane che si perdono nell’eternità. Michela Lauriola (1979) è nata a San Giovanni Rotondo, Foggia. Nel 2003 si laurea in Lettere all’università di Foggia, dopo aver studiato per un periodo a Bari. Vive e lavora a Manfredonia con la sua famiglia. Ha insegnato in diverse scuole della provincia cercando di trasmettere la passione per la poesia e per la storia del territorio. Attualmente è insegnante di sostegno in una scuola secondaria di primo grado e si occupa di linguaggio. Michela Lauriola si è avvicinata all’arte, fondando un’associazione fotografica, e alla cultura sorda, iniziando a studiare la lis, Lingua dei Segni Italiana, grazie alla quale dice di aver imparato ad ascoltare con gli occhi e a vedere con il cuore. Da molti anni coltiva l’interesse per la scrittura creativa, come via di fuga dalla banalità e arma contro il burocratese, nemico giurato della bella lingua di Dante.