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L'impresa forte
L'impresa forte
Chi si è occupato negli ultimi anni, a qualunque titolo, del ruolo e della forza dell'industria nel nostro paese, giunge spesso a conclusioni se non opposte, spesso divergenti: da un lato coloro che rilevano soprattutto i limiti del nostro tessuto industriale e propendono per un giudizio sostanzialmente pessimistico sul futuro delle imprese italiane: dall'altro coloro che proprio nelle imprese familiari di piccola dimensione vedono la risposta più efficace alla sfida della globalizzazione, il punto di forza insuperabile del nostro sistema economico. Gli autori, in questa disputa, prendono posizione con nettezza e convinzione: contro pessimisti e "decliniti" hanno maturato la pacifica certezza che le piccole imprese hanno saputo rinnovare e rinnovarsi, privilegiando le caratteristiche di creatività, organizzazione, radicamento nel territorio, attenzione alla ricerca più innovativa, valorizzazione delle risorse, capacità di reagire alle sfide e di rimettersi in gioco: le caratteristiche, insomma che nel tempo hanno costruito e affermato il modello tutto italiano della piccola impresa. A questa convinzione sono giunti studiano moltissimi casi e realtà aziendali diverse e tra loro lontane: tutte accomunate da esiti di successo spesso esaltanti e sempre significativi. Da questo studio e da questa ricerca nasce il Decalogo dell'impresa forte che viene presentato ai lettori e che costituisce il nocciolo della proposta che il libro fa a imprenditori, manager, opinionisti, e soprattutto alle istituzioni politiche: perché si torni a credere in un sistema che già ha vinto sui mercati e che stentiamo a riconoscere.
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Il futuro nelle mani
Il futuro nelle mani
Non esiste modo migliore di quello scelto da Marina Puricelli per far sapere chi siano veramente oggi gli artigiani italiani. Non bastano i grandi numeri, non basta dire che sono oltre un milione. Al di là delle cifre ci sono una cultura, una forza d’animo, un’etica che questo libro, frutto di un lavoro minuzioso e intelligente, riesce a descrivere con effi cacia. Per conoscere dal vivo questi valori era necessario conoscere le persone che li esprimono. È quello che l’autrice ha fatto, in un lungo viaggio attraverso tutta l’Italia: trentun tappe, trentun storie e trentun protagonisti, che spaziano un po’ in tutti i settori. Scelti con cura, rappresentano perfettamente un mondo dalle mille sfaccettature. Ancora una volta la realtà, osservata da vicino, sconfessa una mistica composita che spesso miscela importanti verità con abusati luoghi comuni. Si scopre così che le startup di successo non sono solo quelle che nascono dalla frontiera tecnologica e che le altre imprese, quelle dei cosiddetti settori tradizionali, non nascono già spacciate. Che non è necessario avere uno o più master per diventare giovani imprenditori. Che non è indispensabile, per acquisire lo standing di impresa, avere una dimensione internazionale abbandonando il proprio territorio. Così come non occorre che un’azienda raggiunga in tempi rapidi grandi dimensioni per trovare spazio sul mercato. In queste pagine sono gli stessi protagonisti a raccontarsi. Colpisce subito il loro linguaggio: schietto, immediato, senza inutili giri di parole e senza reticenze, anche quando si tratti di descrivere le diffi coltà attraversate. In nessuna delle tante storie raccontate si trova uno o una di loro che dice «io sono»: sempre e puntualmente, si esprimono dicendo «ho fatto», «sto facendo», «faccio». A conferma che la cosiddetta «cultura del fare» non è un valore astratto ma qualcosa di profondamente radicato in questi imprenditori di successo.
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Marina Lanzara
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Marina Tartaglia
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