Spazio tecnologico della ricerca
Conoscenze scientifiche, capacità tecnologiche ed espressioni artistiche e culturali sono da sempre vissute in stretta simbiosi, nutrendosi e sviluppandosi vicendevolmente in un circolo virtuoso. L’opera d’arte nasce, infatti, dalla ideazione della forma e ricerca dei mezzi tecnici atti a realizzarla. L’artista è al tempo stesso scienziato e tecnologo. Così la scienza e la tecnologia diventano fondamentali per la conoscenza, restauro, conservazione e fruizione dei beni culturali. Quindi arte come scienza e scienza come arte: la scienza moderna quale mezzo per l’analisi, la conoscenza, la conservazione e il restauro delle opere d’arte, l’arte quale oggetto di studio, quale scoperta della sua natura e del suo “status”, l’arte come scienza essa stessa. Questi, in sintesi, i nessi principali che compongono il corretto rapporto che si può stabilire tra l’attività scientifica e l’attività artistica, tra la ricerca scientifica e la ricerca artistica: un rapporto che deve essere gestito coordinandosi insieme e non già in forma autonoma dell’esperto scientifico, dal restauratore o dallo storico dell’arte, archeologo – architetto. La prevalenza incontrollata di uno di questi attori ha nel passato richiesto non solo di non centrare il problema in modo giusto ma di far compiere atti inutili, se non addirittura perniciosi. Porre quindi attenzione alle tecnologie predisposte per il Patrimonio Culturale diviene operazione fondamentale e fondante del processo che va dalla comprensione alla tutela della testimonianze materiali di una civiltà. L’ articolo 2 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42) definisce così il Patrimonio Culturale: è costituito da beni culturali e dai beni paesaggistici. Sono beni culturali le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valori di civiltà. Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge. Questa definizione permette di delineare in modo corretto l’ambito dell’intervento scientifico e tecnologico relativo alla conoscenza, conservazione, fruizione e valorizzazione del Patrimonio Culturale il cui significato viene così allargato a tutte le testimonianze materiali di una civiltà, che ne attestino l’identità culturale, le origini e lo sviluppo attraverso i secoli e che formano il tessuto connettivo specifico, la peculiarità di una nazione. Patrimonio Culturale inteso quindi come testimonianza di una sua dimensione immateriale, avente valore di civiltà, di identità culturale, di memoria condivisa. Nella società tecnologica e globalizzata dei nostri giorni va sviluppata la capacità di cogliere nel passato criteri di valore e giudizio per affrontare il futuro. Perché ciò accada, occorre non perdere il senso della memoria che è un sentimento che ha bisogno, per vivere e per trasmettersi nel tempo, di spazi, di luoghi, di oggetti matrici che ne costituiscano il supporto. Il Patrimonio Culturale è visto perciò anche nella sua intrinseca matericità che fonda la sua grammatica e sintassi su precise proprietà chimiche, fisiche, petrografiche, meccaniche, statiche, ecc. e che, subendo l’inevitabile azione del tempo, si modifica e si trasforma in modo irreversibile con esiti spesso catastrofici. Da questa premessa scaturiscono le finalità e gli obiettivi del Dipartimento Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche che possono essere così riassunti: Promuovere, sviluppare e coordinare ricerche, metodologie e tecnologie per la conoscenza, conservazione, fruizione valorizzazione del Patrimonio Culturale, nonché contribuire, in linea con gli indirizzi nazionali e comunitari, al rafforzamento di una politica di integrazione europea e di collaborazione e ponte con i paese terzi, in particolare quelli dell’area del Mediterraneo, del Vicino ed Estremo Oriente, allo sviluppo socio-economico nel rispetto e nell’armonizzazione delle diverse identità culturale. Gli obiettivi generali, che ha alla sua base una forte connotazione scientifica per gli aspetti legati alla conservazione del patrimonio culturale nazionale, possono innescare importanti ricadute economiche connesse con la valorizzazione e fruizione del patrimonio stesso e contribuire, in linea con gli indirizzi dell’Unione Europea, allo sviluppo di azioni strategiche, condivise sul piano teorico e metodologico, per la conoscenza e l’intervento, la conservazione e la fruizione del Patrimonio Culturale. Nel presente volume abbiamo raccolto sotto forma di agili schede, quanto il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha saputo recentemente sviluppare nel settore delle tecnologie per il Patrimonio Culturale. La descrizione di queste tecnologie è stata riassunta in schede che riportano in appositi riquadri, in modo succinto ma sufficientemente chiaro ed esauriente, le informazioni necessarie per una valutazione di quanto di innovativo predisposto nei tempi più recenti e per una loro trasmissibilità e fruibilità da parte di quanti operano nel settore. Al fine di rendere più agevole una loro lettura le schede sono state sono raggruppate secondo la seguente classificazione: Diagnostica Legno, carta, libri Biotecnologie Territorio e insediamenti Intervento e conservazione Fruizione e valorizzazione Tecnologie in collaborazione CNR-INNOVA