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PREDICHE SUL NATALE
PREDICHE SUL NATALE
Il volume raccoglie le prediche più belle sul Natale scritte da san Francesco de Geronimo (1642-1716), il grande missionario apostolo di Napoli, canonizzato nel 1839. Il gesuita ci prende per mano e ci permette di rivivere la Natività con quello stupore e quella meraviglia che ebbero i pastori e i Magi davanti alla grotta di Betlemme: l'ineffabile mistero dell'Incarnazione ci dà l'opportunità di amare ancora di più Dio che si è fatto uomo per salvare l'umanità dalla moltitudine dei suoi peccati e per premiare i veri valori della vita, la semplicità, l'umiltà e la sofferenza. In copertina una Natività (1717) del noto pittore cilentano Paolo de Matteis (1662-1728), che fu amico del santo taumaturgo.
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La Passione di Cristo
La Passione di Cristo
Il padre Francesco de Geronimo (1642-1716), santo della Compagnia di Gesù e missionario nel Regno di Napoli, si soffermò spesso, nelle sue prediche, sulle straordinarie sofferenze di Gesù, dalla flagellazione alla crocifissione sul Golgota. Egli rievocò con grande commozione ed intensità questi momenti drammatici della vita del Redentore. Ogni volta che leggeva il Passio non riusciva a trattenere le lacrime. I fedeli che assistevano alla messa lo vedevano singhiozzare e provavano una profonda ammirazione. Bisognerebbe meditare la Passione di Cristo almeno un quarto d'ora al giorno, rimarcò il santo nei suoi sermoni. Giuda Iscariota tradì Gesù per un piccolo interesse e con un bacio "precipitò nel più profondo abisso delle miserie". Anche noi, purtroppo, "vendiamo" Cristo e lo crocifiggiamo tutte le volte che commettiamo un peccato mortale. I beni mondani sono "tele di ragno"; per questo motivo bisogna considerarli come "fumus" e vivere con onestà, praticando le sante virtù.
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La prodigiosa reliquia del sangue di san Francesco de Geronimo
La prodigiosa reliquia del sangue di san Francesco de Geronimo
Conservata in un reliquiario di legno rivestito da una lamina di argento (alto 62 centimetri e largo 24 centimetri), ma non esposta alla venerazione dei fedeli, è la preziosa ampolla (di 8 centimetri) che contiene il sangue color rubino del santo gesuita Francesco de Geronimo (1642-1716), patrono principale di Grottaglie ed apostolo di Napoli.Il sangue in questione fu raccolto nell'immediatezza della morte (11 maggio 1716): i suoi confratelli praticarono un taglio ad un callo del piede destro del taumaturgo e da qui fuoriuscì sangue per undici ore consecutive. Questa insigne reliquia non solo ci avvicina alla corporeità e alla "fisicità" del santo, ma ce lo fa sentire ancora "vivo". Possedere il sangue del padre Francesco de Geronimo, canonizzato dal papa Gregorio XVI il 26 maggio del 1839, significa poter godere ancora della sua "praesentia" e della sua "potentia".
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"Lecce mia...,che ora è?"
"Lecce mia...,che ora è?"
Il 1 luglio del 1671, al termine del primo anno di Noviziato, scorgendolo maturo nelle virtù e ben provvisto di zelo i superiori affidarono a san Francesco de Geronimo (1642-1716), originario di Grottaglie, la missione in terra d'Otranto, "per essere sempre in moto...per quelle città, terre e castella". Si trattava di un incarico particolarmente impegnativo, finalizzato a soccorrere con animo e fatiche apostoliche i casali di quel vasto paese.Al suo fianco ci fu il gesuita napoletano ed oratore sacro Agnello Bruno. Ai leccesi il de Geronimo e il Bruno sembrarono una coppia di Angeli. A Lecce, sulla tomba dell'allora Venerabile Bernardino Realino S.I. (1530-1616) il santo pronunciò il 2 luglio del 1672 i voti di povertà, castità ed obbedienza. Nell'Archivio storico napoletano della Compagnia di Gesù si conservano gli autografi delle prediche fatte a Lecce, mentre imperversava la carestia.Il de Geronimo morì a Napoli l'11 maggio del 1716. Fu canonizzato dal papa Gregorio XVI il 26 maggio del 1839.
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Il cordone di frate Egidio
Il cordone di frate Egidio
E' un semplice cordone, un cordiglio lungo e sottile color sabbia ed acqua marina, eppure questa bella reliquia è una straordinaria e significativa testimonianza della vita e dei miracoli del frate cercatore alcantarino Egidio Maria di San Giuseppe (1729-1812), figlio di un funaiolo ed originario di Taranto. Visse a Napoli, nel convento di San Pasquale a Chiaia e fu canonizzato dal papa Giovanni Paolo II nel 1996. In questo volume di Francesco Occhibianco sant'Egidio continua a parlare di Dio, attraverso un apostolato autentico, umile e caritatevole che gli meritò il titolo di "Consolatore di Napoli"
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Il Vocabolario di san Francesco de Geronimo
Il Vocabolario di san Francesco de Geronimo
A parlare, in questo volume, è il santo stesso, in cento riflessioni ed aforismi ricavati dalle sue prediche, dalle lettere e dagli Esercizi Spirituali; cento "voci" del lessico degeronimiano che sintetizzano il suo pensiero e ci consegnano una sorta di testamento spirituale. Il Vocabolario offre al lettore, in ordine alfabetico, una serie di interventi di san Francesco de Geronimo (1642-1716) su diversi "temi"; si tratta di vere e proprie "pillole di saggezza", ammonimenti e massime di perfezione, dalle quali ognuno può trarre profitto. Gli apoftegmi del padre Francesco de Geronimo confermano la forza straordinaria e il fascino dei suoi sermoni, la sostanza e l'efficacia delle sue parole che, come la lava incandescente del Vesuvio, infiammavano l'uditorio che si radunava davanti al Maschio Angioino o nei famigerati Quartieri Spagnoli. Si tratta di sentenze che generano un "memento mori" ed invitano al "contemptus mundi", ma che rivelano l'amore di Dio, sempre pronto a perdonare i suoi figli.
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Maria, nemica del peccato. Meditazioni mariane di san Francesco de Geronimo S.I.
Maria, nemica del peccato. Meditazioni mariane di san Francesco de Geronimo S.I.
San Francesco de Geronimo (1642-1716) e la Madonna: un legame profondo e viscerale; un amore filiale straordinario ed ineffabile. Il taumaturgo gesuita fu l'autore del canto mariano "Dio ti salvi, Regina", che divenne l'inno nazionale della Corsica. Il santo missionario del Regno di Napoli affermò che un cristiano difficilmente si potrebbe salvare se non è stato un vero devoto della Madonna, che è la chiave d'oro del Paradiso. Per ventidue anni, ogni martedì, tenne un ciclo di prediche nella chiesa di "Santa Maria di Costantinopoli", alla quale i napoletani erano particolarmente devoti, in quanto protettrice della città durante le calamità naturali. Prima di uscire dal "Gesù Nuovo" per andare a predicare nei pressi del Maschio Angioino e nei Quartieri spagnoli rivolgeva uno sguardo alla Madonna. Nelle carceri, negli ospedali e nelle galere distribuiva delle medagliette che aveva fatto realizzare e che riproducevano l'effigie della "Mater Divinae Gratiae".
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Le medaglie commemorative di san Francesco de Geronimo S.I.
Le medaglie commemorative di san Francesco de Geronimo S.I.
Per onorare al meglio il Terzo centenario della morte di san Francesco de Geronimo ed "immortalare" questo importante e solenne avvenimento, è stata coniata una medaglia in metallo bronzato ed argentato che ritrae, sul recto, il volto del santo, ricavato da una antica e rara incisione; sul verso viene riportata una legenda dedicatoria: "In ricordo del Terzo centenario della morte (1716-2016) del grande missionario della Compagnia di Gesù. Apostolo di Napoli. Grottaglie, con devozione". La tiratura è limitata: cento, in tutto, gli esemplari destinati agli appassionati devoti e ai collezionisti, che potranno apprezzare le due versioni disponibili, in argento antico e in bronzo. Si amplia, dunque, il medagliere del santo, per consegnare ai posteri, in questo "annus mirabilis", un'altra bella testimonianza dei festeggiamenti che si concluderanno l'11 maggio 2017. Il volume è uno studio sulle medaglie commemorative del de Geronimo. In appendice, un'interessante galleria iconografica degeronimiana.
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Madre Teresa Quaranta, Suore Missionarie del Sacro Costato e di Maria SS. Addolorata
Madre Teresa Quaranta, Suore Missionarie del Sacro Costato e di Maria SS. Addolorata
Suor Teresa Quaranta, al secolo Maria Addolorata, nacque a Grottaglie il 10 marzo del 1884. La sua vocazione religiosa sbocciò al Santuario di san Francesco de Geronimo, a contatto con i padri gesuiti Felice Tanzarella, Giuseppe Coppa, Guglielmo Celebrano, Agostino Liguori e, soprattutto, Gennaro Bracale, che fu il suo direttore spirituale. Nel 1909, a 25 anni, lasciò la sua terra natale, accompagnata dal canonico di Messina padre Annibale Maria Di Francia (canonizzato nel 2004) per vestire l'abito della nuova Congregazione fondata dal sacerdote di Gravina don Eustachio Montemurro. Divenuta Superiora Generale (dal 1930 al 1965), anche nei momenti di difficoltà e nelle tribolazioni Madre Teresa seppe guidare l'Istituto con fermezza, amore, tenacia e grande saggezza. Con la sua umiltà amava "perdersi" nel Cuore Sacratissimo di Gesù, il suo sposo, al quale si offrì in perfetto olocausto. Morì a Roma il 7 gennaio del 1968. I suoi resti mortali furono traslati nella Casa del Noviziato, a Castelgandolfo.
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Bartolo Longo a Grottaglie
Bartolo Longo a Grottaglie
Protagonista di questo volume è Bartolo Longo (1841-1926), originario di Latiano, fondatore del Santuario di Pompei, beatificato da papa Giovanni Paolo II il 26 ottobre del 1980. "Zio Bartolino", come è noto, visitò spesso Grottaglie ed alloggiò nella casa ubicata in zona Capone (poi contrada Campitelli, oggi via delle Regioni), ospite della sorella uterina Maria Campi (1857-1926) che si era sposata con il direttore didattico Ciro Peluso (1851-1926), una gloria fulgida della città della ceramica che diede ai propri figli una solida formazione cristiana; dal loro matrimonio nacquero Ninetta, Teresa, Antonietta, Adele e Giuseppe, che divenne gesuita. Ai Gesuiti di Grottaglie il Longo regalò, nel 1897, una magnifica tela della Vergine del Rosario. Inoltre, incoraggiò i grottagliesi a costruire la chiesetta della Madonna di Pompei, alla periferia di Grottaglie, sulla strada per Francavilla. Occhibianco pubblica alcune lettere inedite che il beato scrisse al professore di Modena Pier Biagio Càsoli (1852-1905).
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