Belli tra carnevale e Quaresima
Il volume è inteso dal suo autore come un prolungato tributo, scientifico-culturale e affettivo, all'opera di G.G.Belli, il grande Poeta romano e romanesco, di cui da tempo è stata riconosciuta la rilevanza artistico-espressiva ultradialettale. La sensibilità del critico letterario, connaturata alla competenza del lettore professionale, permette, però, a Giachery di valorizzare i temi consueti accreditati della poesia belliana rinnovandoli mediante lʼinserimento nella cornice più ampia della riflessione teorico-letteraria e storico-critica. è perciò che si parla di Belli come di Bachtin, di Spitzer e, insomma, di occasioni decisive della cultura letteraria, e non solo letteraria, contemporanea. Ma tutto passa, secondo lʼautore, dalla 'lieta fatica,' il piacere della scrittura, acuito dal ʻcarnevaleʼ o attenuato dalla 'quaresima,' che si auspica ricevibile dal lettore. Ecco perché, per usare, ancora una volta, le parole del Belli, anche questo di Giachery "è un volume da prendersi e lasciarsi, come si fa deʼ sollazzi."