Manet

By Édouard Manet, Gabriella Belli, Guy Cogeval, Stéphane Guégan

Manet
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Nel descrivere Manet come il rampollo di Velázquez o il figlio spirituale di Goya, gli studiosi hanno per lungo tempo dato prova di pigrizia. Secondo questa tesi, l&'ispanismo sarebbe l&'unica fonte della &"modernità&" dell&'artista francese, che grazie al modello spagnolo sarebbe riuscito a evitare l&'enfasi e a precorrere il ventesimo secolo, sfuggendo alle trappole della tradizione accademica. Tuttavia tale approccio, piuttosto semplicistico, si fonda su un&'omissione significativa: la passione precoce e duratura di Manet per l&'arte italiana. Le Déjeuner sur l&'herbe e Olympia, due variazioni liberamente ispirate a Tiziano, dimostrano il legame di Manet con l&'Italia, ma non sono le uniche testimonianze della fedeltà dell&'artista a Venezia, Firenze e Roma. &"Manet. Ritorno a Venezia&", frutto della collaborazione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Musée d&'Orsay, analizza per la prima volta le influenze nella pittura di Manet dell&'arte italiana, che l&'artista ebbe modo di conoscere direttamente nel corso di tre viaggi al di là delle Alpi. Alla fine del 1874, il pittore di Le Fifre e Le Balcon &"fece ritorno a Venezia&" per ritrovarsi a contatto con Carpaccio, Tintoretto, Guardi e Longhi e ridestare così il suo entusiasmo. Le vedute del Canal Grande, ricche di blu profondi e di romantici neri, furono la sua risposta all&'impressionismo nascente.