Giurisprudenza europea e processo penale italiano - e-Book

By CHIAVARIO MARIO, DI CHIARA GIUSEPPE, ILLUMINATI GIULIO, ORLANDI RENZO, UBERTIS GIULIO, CARTABIA MARTA, PAULESU PIER PAOLO, RAFARACI TOMMASO, MAZZA OLIVIERO, DANIELE MARCELLO, SACCUCCI ANDREA, SELVAGGI EUGENIO, DE SALVIA MICHELE, ZACCHE' FRANCESCO, CANZIO GIOVANNI, CASIRAGHI ROBERTA, DE MATTEIS LUCA, CASATI ANDREA PAOLO, LO PIPARO ANGELA, BORTOLIN CRISTINA, TAMIETTI ANDREA, RECCHIONE SANDRA, ALLEGREZZA SILVIA, BUZZELLI SILVIA

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L’idea di questo volume nasce da un’esigenza eminentemente pratica, ma vorrebbe al contempo rispondere anche ad una più profonda istanza culturale. Da molto tempo la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ratificata dall’Italia nel 1955, è entrata a far parte del nostro ordinamento. E da parecchio tempo il nostro Paese ha accettato di sottoporsi alla giurisdizione della Corte europea dei diritti dell’uomo. Come conseguenza di ciò, l’Italia può essere condannata ove sia stata accertata la violazione da parte sua di una norma convenzionale (il ché si è verificato spesso per l’irragionevole lunghezza dei nostri processi), con l’obbligo di corrispondere un’equa riparazione a chi ne sia risultato vittima. Assai di recente, però, il quadro si è arricchito di prospettive del tutto inedite. Le sentenze costituzionali n. 348 e 349 del 2007, da un lato, e la vicenda del “caso Dorigo” di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo, con le successive prese di posizione della Corte di cassazione e poi anche della Corte costituzionale, dall’altro, hanno aperto nuovi scenari in ordine al rilievo centrale che oggi vengono ad assumere le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo nel nostro ordinamento processuale penale. Per un verso, infatti, l’interpretazione da essa data alle norme della Convenzione europea integra addirittura nuovi parametri di costituzionalità per la legge interna; per altro verso, la Corte di cassazione ha sostenuto che le sentenze europee impediscono di dare esecuzione alle sentenze dei giudici italiani quando abbiano censurato queste ultime per violazioni dell’equità processuale.